Approccio al paziente in Medicina Omeopatica

La medicina ufficiale considera la malattia come entità a sé stante che interessa un organo, un apparato o una funzione limitata nel tempo e nello spazio (da ciò la suddivisione in malattie acute, subacute e croniche). La causa eziologica è quasi sempre ricercata nell'ambiente esterno (virus, batteri, pollini...). La terapia è per la maggior parte codificata secondo il tipo di malattia e come tale "in serie" per tutti i pazienti (antiinfiammatorio per l'infiammazione, antibiotico per l'infezione batterica...). Le malattie di organo, visceri e funzioni vengono poi suddivise in tante "specialità", dando origine così alla "medicina dell'uomo disintegrato" dove, più che il malato, viene ad essere curata la malattia. Le principali indicazioni della medicina allopatica diventano di conseguenza le malattie acute e tra queste sopratutto quelle in cui la componente "dolore" prevale.

L'omeopatia considera invece il sintomo non come un messaggio da sopprimere, ma da interpretare nel contesto del sistema uomo, crea il quadro di una malattia "dinamica" tenendo conto sia della parte fisica sia di quella psicologica contemporaneamente (il corpo è sempre lo specchio della mente!).

Importanza fondamentale assume il concetto di "terreno", in base al quale nell'ammalarsi le cause esterne rappresentano un "fattore scatenante" un disturbo che è già dentro il paziente, la sua "suscettibilità ad ammalarsi" che rappresenta il disturbo da curare prima ancora che questo si manifesti organicamente. Nella cura omeopatica ogni paziente è una "individualità": non esisterà quindi la cura per l'ulcera duodenale del Sig. X, ma la cura del Sig. X con la sua ulcera duodenale sicuramente diversa da quella di un altro paziente che soffre della stessa malattia. (Individualità terapeutica). Potremo così dire che in omeopatia esistono malati e non malattie.

 

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